2020 12 – Pechino – i bambini e il Bambino

I bambini  e il Bambino…buon Natale!

Pechino.

Pomeriggio di fine primavera, suona il campanello nella casa del villaggio alla periferia di Pechino dove ci siamo trasferite a fine Marzo. Non è il classico “din don”, al tocco del campanello scatta una sinfonia che è impossibile non sentire, scendo le scale e vado ad aprire, al di là della porta mi si presenta Jia Wen, nostra nuova vicina di casa, cinque anni appena compiuti. Assolutamente non sorpresa di trovarsi di fronte una straniera mi dice che lei sa che nella nostra casa ci sono tanti giochi e che prima veniva sempre a giocare qui, tradotto: siccome io sono sempre venuta qui a giocare anche ora che ci siete voi vorrei che la tradizione continuasse. Sono d’accordo con l’idea, ma la casa è ancora letteralmente un caos: trasloco fatto nel giorno in cui la Cina chiudeva tutte le frontiere agli stranieri a causa del Covid, camions che non potevano arrivare fino al portone di casa, tutti i mobili bloccati nella casa vecchia, i mobili e gli accessori dei precedenti inquilini (per fortuna nostri amici) bloccati nella casa nuova, credo che per avere accesso ai giochi bisognerà aspettare ancora un po’.

La scuola on-line a metà Luglio finisce, arrivano le vacanze e il Covid, dopo i focolai di inizio Giugno, sembra essere alle spalle, anche se l’allerta resta alta, siamo infatti invitati a non lasciare la regione di Pechino; intanto la nuova abitazione piano piano prende forma, mettiamo uno scivolo all’ingresso di casa, conosciamo i vicini, e i tanti bambini di ogni età che giocano in strada e che si fermano per una tappa sullo scivolo. Jia Wen in tutti questi mesi non ha mai smesso si venire a farci visita, nella speranza di giocare.

Dopo nove anni in Cina durante i quali tante idee, tanti progetti non sono si sono realizzati o sono falliti, nell’estate più strana da quando sono qui ritorno al pensiero originale di nove anni fa: apriamo un oratorio a Pechino! La casa è spaziosa, ci offre tante possibilità, la posizione ideale: villaggio abitato per buona parte da non pechinesi che vivono con moglie e figlio/i in una stanza minuscola presa in affitto, arrivati in città per lavorare.

Coinvolgo Cristina in questa idea, decidiamo di fare una settimana di una sorta di Grest, per precauzione organizziamo tutto all’aperto, e nello spazioso cortile coperto di casa. Un afoso pomeriggio di metà Agosto prendo un piccolo tavolo e il necessario per l’attività che abbiamo pensato e mi metto sulla soglia di casa, in pochi minuti arrivano cinque-sei bambini, tra di loro l’immancabile Jia Wen. Ripetiamo nei pomeriggi seguenti, Cristina, che all’inizio non era molto convinta, si appassiona e propone di organizzare una cena con i genitori, dove ognuno è invitato a portare qualcosa da condividere, per la sera dell’ultimo giorno di attività. Questa volta sono io poco convinta, in realtà anche la cena riesce, capiamo che i cinesi, spesso timidi, a volte scontrosi, non hanno mai avuto molte possibilità di vivere occasioni del genere e, solo se organizzati, si coinvolgono con entusiasmo.

Arriva Settembre, la scuola ricomincia con qualche precauzione, ma la vita lentamente si normalizza, noi decidiamo di continuare a mantenere i contatti con i bambini e i loro genitori. Pensando alle piccole case dove questi bambini vivono e considerando che con l’avvicinarsi dell’inverno sarà sempre più difficile giocare all’aperto, da metà Settembre due Sabati al mese organizziamo un pomeriggio di attività educative con i bambini più grandi, gli altri due Sabati mettiamo a disposizione uno spazio gioco mamma-bambino per i piccoli che ancora non frequentano l’asilo. Abbiamo così conosciuto Bai Hong, Jia Shuo, Tian Tian, Hao Hao, Jia Jia, Tang Tang, Xiao Bao, Luo La, Leo, Shi Lin, e abbiamo conosciuto anche le situazioni che alcuni di loro con le loro famiglie vivono, è nato allora il desiderio di offrire qualcosa di più, di aprire per più tempo la nostra casa, perché diventi un luogo accogliente anche in settimana, soprattutto per quei bimbi che vivono un po’ abbandonati a sé stessi perché i genitori lavorano senza sosta da Lunedì a Domenica.

Sono stati il coraggio, la semplicità e la testardaggine di Jia Wen che in tutti questi mesi non ha smesso di venire a suonare il campanello, di venire a cercarci (o a cercare i giochi?), di sedersi a tavola con noi, di farci tante domande, che ci ha dato quel pizzico di forza che ci ha permesso, di rimetterci in gioco, di ritornare ai sogni di inizio missione e di ripartire da qui, di aprire una nuova via, di vivere in modo nuovo la nostra presenza in mezzo a questa gente, in questo angolo di Pechino dove è possibile vivere in modo più umano, riscoprendo quei rapporti di prossimità, di cui la vita negli alti palazzi della città, negli ultimi anni ci aveva privato.

E sono il coraggio, la semplicità e la testardaggine di un Dio che si fa bambino e che chiede di venire a giocare da noi e con noi, che ci possono ridonare la forza di ripartire, di continuare a sperare, di ritrovare i sogni perduti e di aprire nuove vie che credevamo impraticabili.

Un augurio perché in questo Natale ognuno di noi sappia ascoltare quel campanello, scendere le scale ed aprire la porta al Bambino che bussa e ci attende per fare insieme cose grandi!

Francesca 方慧恩    Francesca Colombo –  20/12/2020