2020 dicembre – Dilla, il Natale di questo anno…

Carissimi tutti,

vi scrivo da Dilla, oggi, antivigilia della festa dell’Immacolata, che qui in Etiopia non si celebra come festa nazionale. Vi faccio l’augurio di buona festa (che per noi salesiani ha un ricordo tutto particolare) e anche l’augurio di proseguire con frutto il tempo di Avvento (in vista del Natale) che per voi sarà in tono minore per via del corona-virus e delle restrizioni in atto, specialmente in italia. Da noi In Etiopia oggi si celebra la festa di Cristo Re…. e ci sono giornate calde di sole che fanno un poco l’invidia di voi che vivete invece il tempo delle piogge invernali!

Come sapete , dopo la notizia dell’entrata in Makallè delle truppe governative che hanno debellato la ribellione del Tigray, le luci delle informazioni internazionali si sono spente.

Rimane la dura realtà di un paese che fino alla scorsa settimana viveva una pericolosa guerra interna che ha fatto tante vittime e provocato tanti disagi anche tra i civili.

Ancora non sono ristabilite le comunicazioni telefoniche e dei social media, anche l’elettricità è erogata parzialmente e beni essenziali tra cui il carburante sono razionati.

Dopo il discorso in Parlamento del primo ministro Abiyi Amhed, si sono aperti dei corridoi umanitari per la Croce Rossa ed ora per le organizzazioni umanitarie dell’ONU che stanno mandando convogli di camion carichi di derrate alimentari, di medicinali e di beni di prima necessità. Il flusso è lento e molto controllato dall’Esercito e ci sono tanti profughi che si lamentano di essere dimenticati e allo stremo delle forze. Filtrano notizie di ulteriori combattimenti e bombardamenti delle forze ribelli che attaccano anche la vicina Eritrea. Sembra che i Leaders del Partito di liberazione del Tigray (TPLF) siano braccati in Sudan dove sono fuggiti con i loro fedelissimi. Da li’ organizzano la resistenza al Governo etiopico.

Da un punto di vista più strettamente cattolico, c’è stata la protesta ufficiale di Abba Teshome, del Segretariato cattolico di Addis Abeba che si lamenta che la comunicazione con il Vescovo di Adigrat è tuttora interrotta, che molte opere e parrocchie  cattoliche sono isolate. Tra queste ci sono le nostre 4 case con 25 confratelli nel Tigray. Sappiamo che hanno sofferto molte privazioni ma che hanno scelto (anche gli stranieri presenti nelle nostre case) di rimanere sul posto per essere vicini alla popolazione. Le scuole al nord sono ancora chiuse, mentre ad Addis e al sud, gradualmente riprendono a funzionare e prossimamente ci saranno gli esami di terza media che daranno l’accesso alle scuole superiori a molti ragazzi e ragazze che da un paio di mesi si stanno preparando a questa prova che coinvolge più di un milione di studenti tra cui i nostri di Dilla e Walleme. Per gli esami di ingresso all’Università (della dodicesima classe) essendo a carattere Nazionale, si aspettano momenti di pace per dare a tutti la possibilità di accedere agli studi universitari.

Continuate a pregare per l’Etiopia, che dopo varie catastrofi naturali (locuste, alluvioni e malattie varie per gli uomini  e i prodotti agricoli) si trova ad affrontare la pandemia di corona-virus in un clima instabile e fragile per la politica e l’insicurezza sociale. L’Etiopia e l’Eritrea hanno ancora bisogno di tanti aiuti sia di personale che da un punto di vista materiale. Per noi Il Natale quest’anno non sarà certo la festa gioiosa che si celebrava ogni anno in ogni angolo del Paese!

Anche noi promettiamo un ricordo per voi e le vostre famiglie e specialmente per le persone che si raccomandano alle nostre preghiere. Sappiamo dei momenti difficili che stiamo attraversando specialmente a motivo del virus che continua ad insidiare la salute di tante persone a noi care.

Vostro, don Mario