intervista a don Filippo Macchi
Dove vivi e di cosa ti occupi?
Ciao a tutti! Sono in Mozambico da pochi mesi, un grande paese africano, nella diocesi di Nacala presso la parrocchia di Chipene, al confine della nostra diocesi di Nacala, con due preti italiani e un diacono locale che diventerà prete a maggio. . Ogni giorno qui è una sorpresa; a volte il tempo passa tutto in macchina (per girare le comunità o per trovare amici fuori si fanno tantissimi chilometri, su strade molto difficili), spesso qui in parrocchia ci sono operai che sistemano le strutture, vengono persone che hanno bisogno; una cosa divertente è passare il tempo con i ragazzi che vivono da noi e frequentano la scuola con il nostro aiuto. Dei bei tipi, dovreste conoscerli… Al tramonto del sole ci troviamo con le quattro suore che vivono vicino a noi e preghiamo insieme il rosario e la messa. Mettiamo tutto nelle mani di Gesù perché riesca lui ad arrivare dove noi non ce la facciamo
Non senti mai la voglia di tornare a casa?
Non ho ancora nostalgia di casa, soprattutto perché per cominciare c’è stata tanta fatica e due anni di attesa, poi mi sento come un bambino nei primi giorni di scuola, quando tutto è nuovo, stimolante e ancora da scoprire
Cosa ti ha colpito in Mozambico?
Una cosa che mi ha colpito, quando sono arrivato a fine ottobre, è stato sicuramente il caldo. A Natale non ho acceso il camino, mi sono goduto un’aranciata fresca!
Ci sono tanti bambini lì da te? Com’è la loro scuola?
In tutti i villaggi ci sono tantissimi bambini, che quando sentono passare la macchina dei preti e delle suore salutano e ci inseguono come se fossimo i capi del circo. Cori da stadio se gli dai un colpo di clacson! Tanti purtroppo non vanno a scuola, chi ci va prova a imparare portoghese, la lingua dei bianchi, la matematica, la storia… Normalmente finiscono con le medie, già finire le superiori è un successo, un impegno e un sacrificio economico per la loro famiglia.
Quali sono i loro giochi preferiti?
La cosa che attrae sempre i giovani è la musica: hanno una passione straordinaria per i tamburi, quando stanno insieme a cantare è impossibile farli smettere. Ai grandi piace molto il calcio, con palloni che non vi dico. I piccoli giocano con qualsiasi cosa gli capita, ovviamente lo sport preferito è cercare qualsiasi cosa sgranocchiabile nei paraggi, ne conosco alcuni che passano le giornate a tirare sassate agli alberi di mango della parrocchia per mangiare i frutti ancora acerbi. Ho visto sempre loro settimana scorsa, durante un temporale, che giocavano intorno alla chiesa a godersi la cascata d’acqua che usciva dalle grondaie. Incredibili!
Come si festeggia la Pasqua? Come si dice Pasqua?
Io non ho ancora vissuto la Pasqua in diretta, mi dicono che un momento molto atteso è la notte del sabato santo perché ci sono gli adulti che ricevono il battesimo. Canti, balli, feste… Qui non mancano mai. Partecipano volentieri anche i musulmani, la gioia di un gruppo è la gioia di tutto il villaggio. In teoria, “buona Pasqua” in lingua Macua si potrebbe dire “Yowarya pasika”, ma il segno più universale con cui siamo identificati anche dai non cristiani è quello classico di tutto il mondo: “amen alleluia”!
Si mangiano le uova di cioccolato?
Mi sa che se portano il cioccolato, qui si scioglierebbe in un minuto! piacciono di più la frutta e i bastoncini di canna da zucchero, dolcissimi e fibrosi che ti restano tra i denti.
Cìè un augurio che vorresti rivolgere ai bambini della nostra diocesi e alle loro famiglie?
Vorrei far capire a tutti, soprattutto pensando ai vangeli di queste domeniche di quaresima che ci parlano di misericordia, quanto è bello e quanto dà gioia profonda lasciarsi toccare dall’amore di Dio che splende in Gesù. Qui vedo che può anche mancare tutto, ma se accogli Lui la vita cambia sapore; devi farlo entrare nel profondo di te e delle tue scelte però, ed è un’impresa per tutti.
I bambini della nostra diocesi potranno scriverti?
Volentieri, mi piacerebbe tanto creare una comunicazione e aiutarvi a fare un confronto tra la nostra vita e quello che succede alla nostra gente.
Il mio numero Whatsapp è 3286433536 – e l’email è: filippo.macchi@hotmail.com; – se non salta la connessione, riesco a comunicare abbastanza comodamente.
don Filippo Macchi.