24 aprile 2011, Alua – Mozambico BUONA PASQUA DAL MOZAMBICO!

 

Sono tornato in Mozambico dopo 6 anni di assenza che ho trascorso in Italia (5 a Rebbio e 1 a Venegono Superiore).
Mi trovo al nord, nella regione di Nampula, dove avevo iniziato nel 1984 la mia presenza missionaria. Avevo vissuto qui i primi 9 anni e poi ero stato mandato al sud nella formazione dei futuri sacerdoti diocesani del Mozambico nel Seminario Filosofico Interdiocesano S. Agostinho di Matola, 20 km dalla capitale Maputo.
Ora sono di nuovo nella pastorale diretta nella missione di Alua che assiste anche la missione di Lurio dove vivono 3 comboniane che portano avanti quella realtà fatta di 120 comunità cristiane. Alua ha, a sua volta, 107 comunità.
Di fronte a questi numeri credo che ognuno si renda conto che dobbiamo lasciare ampio spazio allo Spirito e alla creatività dei cristiani di qui che hanno imparato da anni a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare per andare avanti.
In questo tempo di Quaresima vado a turno nelle zone delle due missioni (una zona è formata da 7-8 comunità) e, oltre a celebrare l’Eucaristia, do la possibilità della riconciliazione sacramentale. Facciamo la preparazione comunitaria e poi diamo il tempo necessario, alle volte anche 3 ore o più, per la confessione individuale a chi lo desidera. Finito questo primo momento, si inizia l’Eucaristia che dura tutto il tempo che è necessario. Mi è capitato l’altro ieri nella zona di Nacoma di giungere alle 8,00 del mattino e di terminare alle 17,00. Siamo ancora all’interno di una civiltà contadina e la gente è disponibile, cioè non ha limiti di tempo come è per noi in Europa.
La nostra diocesi sta insistendo quest’anno sul tema della Giustizia e della Pace come attenzione a chi ci sta intorno e a chi ha qualche problema a livello sociale. La quaresima allora diventa tempo propizio di conversione e di attenzione agli altri, a chi sta fuori dalla nostra cerchia ristretta della comunità e ha bisogno d’aiuto. Si organizzano allora visite alle prigioni, ai malati dei piccoli ospedali presenti in zona e si cerca di dare una mano con l’offerta di cibo, di qualche vestito e soprattutto cercando di capire la problematica di chi soffre.
Per Pasqua si realizzano, come è costume da decenni, i battesimi della notte pasquale, con una celebrazione continua dal mattino del sabato santo al mattino del giorno di Pasqua. Si termina con l’Eucaristia e la gente va poi nelle proprie case a fare festa. Ma c’è anche chi continua a rimanere assieme a danzare e a cantare fino alla sera.
Quest’anno abbiamo poi sabato 30 aprile l’ordinazione diaconale del nostro Mateus, un giovane della regione di Tete che sta facendo la sua esperienza pastorale qui a Alua, dopo aver terminato gli studi teologici a S. Paolo del Brasile. E’ il settimo missionario comboniano mozambicano. Anche il Mozambico, nella sua scarsità di ministri ordinati, sta contribuendo a dare slancio alla Missione della Chiesa nel mondo.
Cari saluti

p. Giorgio Giboli