Vi scrivo oggi, martedì di carnevale, dalla mia nuova destinazione nella cittadina di El Carmen (provincia di Manabi) a poco più di 200 chilometri da Quito, scendendo le Ande da 3000 metri a 500 circa. Destinazione ‘nuova’ solo per dire, perché in questa missione ho svolto il mio servizio di parroco dal 1991 al 2000. Il termometro segna nella mia stanza 30 gradi di calore ma é soprattutto l’umidità che lo rende pesante. Delle due stagioni tropicali siamo in inverno’. Ci sono scrosci di pioggia impressionanti e frequenti come non mai. Cinque giorni fa tentai di ritornare a Quito sperando di poter passare da una delle due vie possibili: una era chiusa perché, a causa dell’acqua sparirono 300 metri di strada, nell’altra c’era qualche speranza ma, arrivato a tre quarti del percorso, dopo 4 ore di attesa dovetti decidere di ritornare indietro in carovana con tanti altri sfortunati come me.
Poi le cose sono ancora peggiorate per cui, via terra, non sappiamo per quanti giorni ancora sarà chiusa la viabilità tra costa e ‘sierra’. Niente paura perché di disastri naturali é pieno il mondo.
Qui l’anno scolastico riprenderà in maggio. Domani però cominciano le attività religiose del tempo di Quaresima: catechesi per più di 40 ragazzi che saranno battezzati il Sabato Santo, due turni di catechesi per adulti rimasti ancora senza Sacramenti, maggiori di 21 anni, alle 4 e alle 7 del pomeriggio. Grazie a Dio si prestano una bella squadra di catechisti abbastanza ben preparati. Il grosso comincerà con le scuole; l’anno scorso furono 2400 alunni nei 6 corsi di catechismo: preparatorio, per la penitenza, per la comunione, l’anno biblico e due anni per la Cresima. Non vi sembrino troppi ragazzi perché questo paesone o cittadina, mi dicono che conta attualmente sui 60000 abitanti. Abbiamo 12 Cappelle la maggior parte costruite da me negli anni passati in vari rioni. Adesso ci sono anche semafori nelle strade principali, ma se qualcuno voglia insegnare educazione stradale avrà il suo daffare.
A parte i sudori e la stanchezza del ritmo quotidiano, provo anche delle belle soddisfazioni come sacerdote. Non é che debba farlo tutto io: mi accompagnano il P. Dino Bonazzi di Gandino, BG che é poco più vecchio di me, un Padre messicano che attende a una trentina di villaggi sparsi nel vasto territorio e un fratello napoletano con le sue marcate caratteristiche. Lavorare in comunità é una risorsa grande. La sera alla Messa delle 7.30 ci sono in media 200 persone: oltre al ‘fedeli devoti’ qui c’é la tradizione che quando muore uno la famiglia viene a Messa 9 sere per la Novena del defunto, e siccome i morti sono parecchi sempre c’é affluenza. I sabati mattina faccio io 2 ore di catechesi (la terza) ai genitori e padrini dei bambini battezzandi. Poi alle 14.30 i Battesimi (sabato erano 26); alle 17.00 Matrimoni (sempre insieme 1,2,3…). Le 4 Messe domenicali celebrate, senza fretta e ben partecipate. Ringrazio davvero il Signore nel vedere i frutti di quello che negli anni scorsi é stato seminato. E’ bello lavorare in una Chiesa viva; certo che se si guarda quello che ancora manca…
La gente mi ha accolto molto bene. Tanti si ricordano ancora di me e mi fanno venire alla memoria tante cose ormai dimenticate. Vedremo fino a che punto potrò ‘tirare’, ma non mi preoccupo perché confido nel Signore che ha moltiplicato per me le sue attenzioni e le manifestazioni del suo amore in modo davvero sorprendente.
Finisco qui per questa volta, sperando di poter raggiungervi almeno ogni tanto. Buona Quaresima e Buona Pasqua! La vostra preghiera é davvero preziosa. Grazie.