24 novembre 2016, Anche la fede in Dio cammina sulle onde della storia

Cito Papa Giovanni, santo, “ quello che più conta nella vita é Gesù Cristo benedetto, la sua Santa Chiesa, il suo Vangelo, la verità, la bontà”. E siamo arrivati alla situazione attuale dove Papa Francesco ogni giorno é sulle strade del mondo e segnala splendori e miserie

GAM Butembo CONGO                                                                                           24 NOVEMBRE 2016-

Carissimi tutti, familiari, amici benefattori, con vera gioia mi ritrovo con voi. Mi pare ieri che vi ho scritto prima di oggi….cercando ho trovato che era il 1° novembre dell’anno scorso. Mi trovo in difficoltà à formulare una lettera per tutti, quando pensando a ciascuno contemplo la varietà dei volti, dei ricordi, dei pochi incontri ma che hanno creato questo Gruppo Amici Z per Zaire, poi Congo, poi Bibwa, Yanonge, ora Butembo dal 2012. Il tempo è quello che é, chi dice che vola, per altri non passa mai, per altri é vuoto, per altri é insufficiente. Siamo noi che lo riempiamo o svuotiamo. Ma soffermandomi ieri sera davanti allo specchio sopra il lavabo mi veniva da ridere: sei proprio vecchio Benito, e sorridevo pensando che ero sempre il monello di ……e poi  i vari passi in crescendo, le tappe, gli arresti forzati dagli stress, le cose buone fatte, gli errori, e le delusioni del progresso che da piccolo seminarista credevo dovesse sempre crescere e che abbiamo poi tutti scoperto che che furbi, egoisti e arroganti e violenti hanno avviato il processo di distruzione della casa comune Terra e, peggio ancora, con cinismo, mirano à distruggere il senso della vita, manipolando l’essere umano per farne un piccolo schiavo robot, servo al dio mammona, creando una situazione di guerra mondiale dove i politici non san più come fare, il popolo entra in depressione tra paura e collera in crescendo… W il progresso che ci ha reso infelici e colpevolizzati, magari nostalgici del tempo che fu. No. Benito. Non fermarti. “Varda ben nturn, quel che cress l’è pusè de quel che manca” così mi diceva un saggio amico brianzolo. Riassumeva il mio modo di credere. Anche la fede in Dio cammina sulle onde della storia che gli uomini costruiscono con diverse opinioni, sicurezze e delusioni. La mondializzazione che poteva essere una grande opportunità é confrontata oggi alle visioni sconfortanti delle diverse “basse leghe” di presunti demagoghi che pensano che si possa costruire demolendo, creare accordi distruggendo popoli, avere pace odiando i profughi e quelli che non pensano come loro. E non si sa a chi chiedere aiuto. Come distruggere strade e ponti per scappare dove?  Un certo Bossuet francese scrisse che “ Dio se la ride degli uomini che deplorano gli effetti di cui essi  sono la causa”  E Enstein : “come pretendere di cambiare le cose, se continuiamo a ripeterle”. A partire da questi pensieri che mi frequentano, ritengo di essere privilegiato da Dio e di essere giorno dopo giorno visitato dalla sua misericordia. Ho cercato nel trascorrere dei miei giorni di conservare la fede. Ascoltando la Chiesa. I Papi. Da Pio XII a Francesco hanno indicato al  mondo e a chi è disposto a fidarsi gli orientamenti per organizzare la terra e le società al meglio. Cito Papa Giovanni, santo, “ quello che più conta nella vita é Gesù Cristo benedetto, la sua Santa Chiesa, il suo Vangelo, la verità, la bontà”. E siamo arrivati alla situazione attuale dove Papa Francesco ogni giorno é sulle strade del mondo e segnala splendori e miserie, possibilità e minacce di distruzione.  Tutti noi siamo implicati, liberi volontari per dire SÌ alla vita, alla orientazione per uscire dall’egoismo, dalle paure e con ottimismo accettare rinunce per aiutare i poveri; o lasciarsi andare credendo che altri risolvano i probblemi. –  Qualcuno mi domanda perchè non mi ritiro. Potrei. Ma perché?  La provincia dei Comboniani in Congo, e in ogni parte del mondo esperimenta la transizione dal nord al sud. Il nord scristianizzato passerà molte prove. La Chiesa si sta sempre più rendendo conto della forza del Vangelo visssuto dalle periferie.  Contando sui poveri . Racconto qui una testimonianza che mi pare riassumere quello su cui  Papa Francesco vuol orientare la chiesa e ogni cristiano e i politici. – (“ Gerry é mio amico. Un uomo formidabile che passa le sue giornate sui gradini di una chiesa di Ottawa (Canadà) e dorme in un dormitorio di “senza alloggio” vicino. “ Hey brother! Tu sai qul’é la mia frase preferita del vangelo? «Beati, voi i poveri, perché vostro è il Regno dei Cieli.” Tu sei venuto ogni settimana a trovarmi sulla strada per darmi da mangiare e da bere. In cielo sarò io che ti accoglierà  in casa mia e il caffé sarà divino.”  Io gli servo un altro caffé, e Gerry  mi spiega che in cielo noi vedremo la vera storia del mondo : non quella dei re, delle battaglie e dei libri di storia, ma quella dei piccoli, degli umili, dei poveri, degli invisibili che hanno portato in segreto il mondo grazie al loro amore e  le  loro preghiere. Quelli che hanno ricevuto da Dio ogni giorno il loro pane quotidiano: pane degli uomini, pane della Parola di Dio e il pane di vita alla messa. Tu vedi, Brother, quelli che danno la vita per amore, fanno per la pace del mondo più dell’ONU e di tutti i governi. Tu conosci il Magnificat? È quello il rovescio del Mondo: “ Spiegando la forza del suo braccio, il Signore disperde i superbi. Rovescia i potenti dai loro troni. Egli solleva gli umili. Colma di beni gli affamati, rinvia i ricchi a mani vuote » Nella fede, noi vediamo il mondo al rovescio, il mondo che Dio guarda con amore. E l’amore…mette in subbuglio !… ” Era mezzanotte, – 25° , avevo i piedi gelati e avevo appena ricevuto una magnifica lezione di teologia…”)
Ecco: anche la missione e noi implicati in essa abbiamo riscoperto grazie a Francesco papa orientamenti e indicazioni precise semplici come il vangelo ed esigenti. Il Papa in particolare ha messo in vista,  non sempre condiviso, che la misericordia di Dio é per tutti e che il cristiano lo é quando confida non nell’istituzione e organizzazione, ma nell’essere prossimo anche ai più lontani.

Qui, in questa Chiesa, fatta di poveri sempre più poveri, testimoni di atrocità inaudite, vittime delle politiche di sfruttamento, che  continuano a resistere, a credere nella famigia e nella preghiera, io trovo motivo di vita, mi sento utile. Nell’insieme sto bene. Denti e udito un po’ scadenti. Vivo giorno dopo giorno accettando il domani che viene e fiducioso nel Signore, preparando il mio ultimo giorno con il rosario che me lo ricorda ad ogni avemaria….e nell’ora della nostra morte. Vivo l’oggi di Dio nel quale c’è l’inizio e la fine dei miei giorni, gli antenati e pronipoti di tutti, il nostro piccolo grappolo di amici. E il tutto offerto ogni giorno nel’eucarestia, che mi fa comunione con voi tutti. Contento di avere vostre notizie .  Qui a Butembo cerchiamo di testimoniare il dono ricevuto: vita, fede, aiuto. Oltre al ministero giovedì, venerdì, e domenica, do delle lezioni ai nostri propedeuti, (iniziandi)14;  ai postulanti fratelli, 10;  e ora cooperiamo con una Istituzione locale di  recupero dei ragazzi della strada ( abbandonati) che oltre a lezioni scolari imparano falegnameria. Sono16.  2 ore la settimana mi occupo di loro. Quasi ogni domenica abbiamo dei gruppi per formazione tutta la mattinata- nel pomeriggio della domenica intrattenimento dei bambini del vicinato accompagnato da qualcuno dei nostri giovani.

Ogni tanto anche in Butembo ci sono disordini: domenica prossima non son sicuro se potrò andare in una chiesa succursale della nostra parrocchia à 10 km, oltre i 2000mt. dove soldati si sono installati per  snidare gruppi ribelli. Molta gente della zona sono scappati. Dalle periferie dove ci sono stati massacri pilotati da forze oscure, la gente scappa perdendo tutto…e molti vengono ad aumentare i disagi di Butembo. Il presidente dovrebbe cessare il mandato, che scade il 19 dicembre. Ma ha rinviato le elezioni per cui il paese non é tranquillo. Noi affidiamo il tutto al Signore e preghiamo e chiediamo preghiera.  E continuiamo da molti anni come se tutto fosse tranquillo.

La provincia Comboniana in Congo é una speranza per tutto il nostro Istituto, e la Chiesa. L’anno scorso un “miracolo” di provvidenza ci ha permesso di sostenere vita e opere. Chiediamo ancora anche a voi il vostro aiuto: occorre credere un po’ che riceviamo tutto e che quello che facciamo per aiutare i popoli non ci impoverisce. Ma ci rassicura della riconoscenza del Signore. Ringrazio tutti quelli che hanno potuto aiutarci anche finanziariamente. Intenzioni di messe possono aiutarci. I vostri defunti sono sempre nella riconoscenza dei Comboniani. I defunti sono con i Santi, nostri intercessori Gioiosa speranza auguro a tutti i giovanotti antichi come me, e a ciascuno il mio augurio di bene e di Buon Natale.-  Forse ad aprile 2017 verrò in Italia –  un abbraccio, p.Benito.