28 marzo 2013, Carabayllo – Peru ascoltare e accogliere

San Pedro de Carabayllo, 28/03/2013
Carissimi amici…
Buon giorno!
Si dice che in quaresima si dovrebbe fare un po’ di penitenza e sacrificio…eccomi allora a farli e farveli ….a me perché pesa un sacco scrivere e a voi perché vi tocca leggere….
Sono ormai passati due mesi dal mio sbarco a Carabayllo e la prima cosa che condivido con voi è che sto bene; ringraziando Dio dopo le prime settimane dove il fisico faceva un po’ di resistenza ad adattarsi al clima caldo e umido ora devo dire che tutto si è sistemato.
Purtroppo prima di partire non sono riuscito a ringraziare e salutare tutti personalmente…lo faccio ora. So che avete contribuito in diversi modi (ricordo, preghiera, lavoro, donazioni) al sostentamento della nostra missione (nostra della diocesi di Como!)…vi chiedo di continuare a farlo e se sapete di qualcuno che lo ha fatto e/o lo sta facendo e pensate io non abbia il suo indirizzo mail vi chiedo di portargli il nostro grazie…ed eventualmente farmi pervenire l’indirizzo mail.
Non me la sento ancora di raccontarvi come sono le cose qui, due mesi sono pochi per poter capire…forse non basta nemmeno una vita.
Se vi raccontassi il rischio sarebbe quello di trasmettervi una lettura dei fatti ancora troppa infarcita di mentalità italiana…quello che il vescovo Lino spesso ripete è che non vuole sentirsi dire: “in Italia si fa così”…qui siamo in Perù.
Ringrazio il Signore che mi ha già fatto passare l’euforia degli inizi (non la passione e l’entusiasmo) e mi sta dando tanta
pazienza per poter ascoltare e accogliere persone, fatti, storie, tradizioni…non sempre è facile e non sempre riesco.
Alcune cose le ho già fatte mie (ad esempio la siesta) altre stanno entrando piano piano… Non ho alcuna fretta (anche perché qui proprio cosa sia la fretta non lo sanno se non quando si sta guidando), prima di arrivare ad una conclusione cerco di capire il perché di una proposta, di un intervento, di un modo di fare, cerco di mettermi nei panni, nella storia, nella cultura di questo paese. Don Umberto e don Savio come due nonni pazienti e ricchi di esperienza mi stanno accompagnando e aiutando in questo cammino, in questo cercare entrare nella vita della gente…vita a volte molto sofferente e precaria, ma mai senza dignità! Mi sembra sia chiaro che la realtà peruana (civile, ecclesiale, umana) sia un pó diversa da quella italiana; è per me una sfida interessante perché mi chiede ogni giorno di lasciare, uscire (come dice papa Francesco…ve lo abbiamo mandato noi..direi un buon scambio…due al posto di uno!) da me stesso, abbandonare le mie sicurezze per ogni giorno incontrarmi col nuovo, quella novità che è Cristo stesso…anche qui. Sperimento come metodi, iniziative, tradizione, programmi pastorali e via
dicendo siano alquanto relativi, ciò che conta veramente è il perché e se il perché è il Signore Gesù vivo, realmente presente nella storia di tutta l’umanità allora ciò che conta è Lui e non cosa o come lo fai…solo per Lui. Non voglio stancarvi ulteriormente, auguro che questa Pasqua possa essere un nuovo inizio per tutti quanti; Cristo non invecchia mai, la luce che il mistero di morte e resurrezione ha invaso il mondo non si spegne mai, è nuova ogni giorno; è nuova ogni volta che siamo disponibili a uscire da noi stessi, ad abbandonare ciò che magari riteniamo certezze per incontrarci con l’unica Certezza…Lui vivo; e non importa dove, non importa come, non importa quando ciò che importa è che questo incontro sia reale….

“La luz que deslumbró a los guardias encargados de vigilar el sepulcro de Jesús ha atraversado el tirmpo y el spacio.
Es una luz diferente, divina, que ha roto las tinieblasde la muerte y ha traído al mundo el esplendor de Dios, el esplendor de la Verdad y del Bien” (Benedicto XVI)
FELIZ PASCUA DE RESURRECCION!
Prometto di farmi ancora sentire e di non aspettare la prossima Pasqua.
Ancora grazie a tutti e un abbraccio,
Ivan

 don Ivan MANZONI