6 aprile 2011, Wau – Sudan Visite e indipendenza in vista

Ciao a tutti,
come state? Spero tutto bene, o almeno non troppo male. Qui fa sempre un gran caldo (in questo momento il termometro segna 41° all’ombra e sono le 3.45) e c’è un’umidità che non ti fa domire.  Nel frattempo ho spostato il termometro al sole e ora segna 52° (il termometro arriva solo fino a lì, quindi magari è ancora più caldo).
In questo periodo non si parla d’altro che prepararsi al 9 luglio, data dell’effettiva proclamazione dell’indipendenza del sud…da un lato si parla di grandi festeggiamenti e di cospicue somme di denaro pronte per la loro preparazione, dall’altro si continua a discutere di come definire i confini, preparare la nuova costituzione, sviluppare e promuovere il paese…
ovviamente il secondo tipo di discussione è quello meno semplice e su cui sorgono i maggiori disaccordi.
La gente aspetta al varco il partito di maggioranza, per vedere se nella nuova nazione sarà davvero democratico e lascerà spazio anche ai partiti di minoranza.
In questo ultimo periodo abbiamo ricevuto un po’ di visite…non visite personali, alcuni volontari, alcuni “operatori umanitari”, giornalisti…visite “lampo” ma dalle aspettative “cosmiche”.
Dopo un anno e mezzo e aver capito poco più di un millesimo di come vanno le cose qui e aver combinato ancora meno, mi chiedo che senso ha venire per 2 giorni a programmare progetti e aspettarsi di aver un’idea esaustiva di quale sia la situazione locale…
altra perla di assurdità che ho potuto osservare è la totale differenza nelle relazioni tra operatori umanitari e personale locale (in senso
lato) nell’ambito dei progetti e nella vita quotidiana. Qui non si fa che parlare di sviluppo partecipativo e di passaggio di conoscenze, quindi perchè un progetto funzioni e sia sostenibile nel tempo è assolutamente necessario che tutti gli attori locali imparino come fare le cose…non importa quanto tempo ci si metta a farle, l’importante è spiegarlo, rispiegarlo, insegnare….quando però la stessa persona ti parla della sua donna delle pulizie che non lava bene il pavimento, la prospettiva cambia
completamente: “…questa gente, non sa nemmeno le cose basilari come risciacquare il pavimento…bisogna sempre spiegare tutto 100 volte…è più il tempo che si perde a spiegare che quello a fare le cose…”. Per me non c’è differenza…poi alla fine se questa povera donna a casa sua il pavimento non ce l’ha, perchè vive una capanna e il pavimento è la terra battuta, come fa a sapere come si lavano le piastrelle?
Mi è capitato poi di stare ad ascoltare i ricordi di alcuni operatori che si rincontravano dopo anni…in sostanza era una sorta di gara a chi ha incontrato più ministri, partecipato a più feste, conosciuto più persone famose. Non che questi contatti non servano per riuscire a muovere qualcosa, ma dov’è l’interesse per le persone comuni, che tutti dicono di privilegiare, perchè se non si parte dal lavoro con la popolazione non si cambiano le cose fino in fondo?
Intanto una timida pioggerellina è caduta per 5 minuti…il risultato?
la temperatura è scesa a 45 ° nel giro di un minuto…ma il vento ha fatto alzare ancora più polvere…e le gocce evaporano ancora prima di toccare la terra.
A presto

 Enrica VALENTINI