8 luglio 2008, Mogodé – Camerun Tempo di esami

Ciao!
Chissà se questa mattina l’e-mail partirà. Ultimamente la corrente è tornata, ma il contatto non funziona lo stesso…
Ho sentito che in Italia la pioggia ha fatto disastri… Qui cade a rilento. E’ grave per l‘agricoltura. Ieri ha piovuto. Un forte vento fresco. Una coltre nera di nuvole che avanza in cielo. E un violento acquazzone che scuote tutto… Ma, ancora una volta, è più la scena…
Il mese di Luglio è tranquillo per noi missionari. La gente lavora sodo nei campi. E’ un buon tempo per lo studio, per visitare con calma alcune piccole comunità, per completare alcuni lavori…
Noi ci stiamo attrezzando per ospitare un gruppo di giovani che scenderà in visita ad Agosto…

corrado

Tempo di esami

La scuola è finita. Chi ha la maturità (ops! esame di stato) ha fatto i conti con gli (in)esperti che hanno preparato le prove d’esame ed ora sono alle prese con l’orale. Quanti ricordi. Da una parte e dall’altra della cattedra…
Nel Cameroun abbiamo due sistemi scolastici. Il Cameroun francofono segue l’ordinamento scolastico francese; quello anglofono l’inglese. L’aria di fine anno si inizia a respirare quando si parla di esame bianco. La simulazione di prova d’esame. Prende più giorni. Il testo è uguale in tutte le scuole. I maestri si scambiano le classi… E’ preso molto sul serio. E poi c’è l’esame che conclude il primo ciclo… difatti…
Questa sera c’è più fermento del solito nel villaggio. Tanti ragazzi in giro per le strade. Un gruppo di ragazze di Ghwatage viene a trovarmi. Guardano già oltre. Mi chiedono la data dell’esame di ammissione al Jack De Bernon, il collège cattolico diocesano di Maroua (le superiori!). Beviamo un bicchiere d’acqua fresca, offro dei bonbon. Le avevo già incontrate al gruppo giovani. 12\13 anni. Se le guardi, si coprono il volto con le mani, sorridendo, per la vergogna. Beato pudore.
Arrivano due ragazzi… Stessa età delle ragazze. Uno è grande. L’altro sembra ancora un bambino. Ma l’età è un optional: le carte d’identità scolastiche riportano sempre età presunte… Quello grande è serio serio, di poche parole. Forse è solo stanco. Un filo di voce. “Siamo della scuola privata cattolica di Oupou. Abbiamo l’esame. Non sappiamo dove dormire…” Attrezziamo insieme l’aumônerie. E’ subito fatto. Uno scopa il pavimento. Uno riempie la grande giara di terracotta (canarin) d’acqua. Mostro loro le stuoie che possono usare per dormire.
Le ragazze tornano dopo un’ora. Mi portano delle palline di croccantino di arachidi. Delizioso. Domando dove dormono. Mi dicono: “Là!” (tutto chiaro?!?) Le case di amici e parenti sono sempre aperte per chi si sposta… L‘ospitalità è un dovere. Per tutti. Restiamo un po’ di tempo in silenzio. Non osano parlare. Faccio per salutarle. Finalmente ecco il motivo della visita: chiedono di poter prendere un po’ d’acqua dal pozzo…
Più tardi un terzo ragazzo s’aggiunge, poi altri due. L’ultimo mi chiede qualcosa da mangiare e mi pone la domanda che temo di più: “Il père si ricorda di me, vero?”. Questa volta gioco un po’, ma sono preparato: Marcel di Keffi!
La sera studiano un po’, approfittando della luce del generatore. Anche le ragazze sono tornate per la terza volta. Chiedono un libretto di canti per copiare dei testi. Con una lametta trasformano il quaderno in rubrica. Lo chiamano: morceau choisi. La notte cala sui 747 candidati all’esame della zona di Mogode. Un anziano mi aveva detto: Ai miei tempi eravamo 120 per tutta la regione… Finalmente mi ritiro. Sento di voler loro bene…
…finché non mi svegliano alle 5.30 per salutarmi! Ma hanno ragione. Il sole illumina già la terra. E’ lui che comanda. Partono. Buona fortuna!
Purtroppo per alcuni le sorprese non mancheranno…
Al liceo statale di Mogode, per entrare in sesta, quest’anno sono arrivate 450 richieste. I posti sono solo 120. “130, se paghi…” aggiunge il direttore della nostra scuola.
I professori da tempo non ricevono lo stipendio. Il prof della comunità francofona mi dice: “Abbiamo lavorato tutto l’anno. Se non ci pagano, non diamo pagelle…” (da noi si direbbe: “Minacciamo il blocco degli scrutini…”)
La sorpresa più amara è per un gruppo di alunni di una scuola gestita dai genitori e aiutata dalla Missione. Il direttore di quella scuola ha ricevuto la tassa d’iscrizione all’esame di stato, ma… non l’ha versata totalmente. Alcuni ragazzi non risultano iscritti: perderanno l’anno… Ma, questa volta, i genitori non sono stati a guardare… Hanno denunciato il direttore e, forse, riavranno i soldi.
Per fortuna non per tutti è così. Sono molti quelli che lavorano seriamente e hanno a cuore l’avvenire dei ragazzi.
747 candidati dal comune di Mogode. 500 faranno l’esame nei locali della scuola pubblica, gli altri nei nostri locali. Nel cortile della scuola c’è fermento. Chi ripassa, chi gioca, chi compra bigné di soia o biscotti… 25 franchi al pacchetto. Gli insegnanti numerano i posti scrivendo col gesso sui banchi di legno. Il lungo appello. Passo per le aule. Faccio un po’ lo stupido, per “tirare su” il morale. Aprono le buste con le prove: francese, matematica… Li lascio. Una volta si diceva: in bocca al lupo!