9 novembre 2009, Gurirì – Sao Mateus – Brasile Celebriamo la nascita di Gesù

 

Carissimi,
Un pensiero forte mi accompagna con insistenza. E questo: comportarmi da “emérito'” cioè starmene zitto nelle condizioni a cui sono stato condotto dagli eventi. Tuttavia non posso dimenticare quanti mi hanno accompagnato in questa lunga giornata di servizio missionario, oltre 50 anni. Un saluto natalizio a tutti voi si impone come gradito e piacevole impegno
La rumorosa notizia della proibizione del Crocifisso in una scuola italiana (o in tutte? ) mi perturba in continuità. Accompagno con curiosa avidità le notizie riguardanti le diverse reazioni scatenate dalla insolente e “miope” sentenza del tribunale europeo.
Parallelamente leggo annunci di feste natalizie già inaugurate in ambienti ideologicamente ben distanti dall’Evento divino da noi celebrato. A che Natale vorranno riferirsi i signori che buttano il Crocifisso come un oggetto scartabile già usato? Una certezza mi consola: i signori del tribunale e i pochi o molti che concordano con loro, non rappresentano le comunità e le famiglie in cui siamo nati e cresciuti. Là ,si. si vive e si celebra ancora, sia pure in semplicità, la più preziosa notizia della vita. Dio ci ama e si é preoccupato di venire a dircelo e provarlo personalmente. A loro, famiglie e comunità, faccio arrivare questo caloroso saluto: Gesú si manifesti a voi. Noi celebriamo la nascita di Gesù, il Nazzareno, nato a Betlemme e sempre nascente fra noi, quando ci disponiamo a riceverlo, voi “al freddo e al gelo”, noi nel pieno calore estivo dell’emisfero Sud. Voi e noi con occhi di fede e cuore di carne capace di amare, sintonizzati nella stessa lunghezza di onda, nella lingua della Fede.
Penso a voi con tutta la memoria, capace di unire i molti motivi dell’affetto, della amicizia, da lunghi tempi coltivati fra noi. Arrivato alla sera del pellegrinaggio nel mondo, non nascondo urna certa nostalgia delle origini geografiche e più specialmente umane. Tale sentimento non soffoca quello più forte di voler chiudere gli occhi in questa realtà differente, in cui vivo da 52 anni. Penso alla molta Misericordia, alla paziente Bontà, con cui sono stato trattato in questo lembo enorme di mondo, dove mi sono adattato senza passare per tribolazioni superiori alle forze piuttosto ridotte e con tutta la possibilità di usare, nello specifico servizio missionario, i doni e qualità positivi ricevuti in dotazione dalla natura e benevolenza divina..
Temo che in missioni più difficili e complicate, come nella maggior parte delle missioni dove lavorano i comboniani. non avrei resistito tanto. E mi pongo la domanda se sono stato o no un buon erede delle straordinarie capacità del Comboni. Lo faccio senza angoscia e senza invidia. Concretamente, a S. Mateus ci há guidato la preoccupazione continua per la crescita della Chiesa locale e per la promozione umana della gente. Perché non dovremmo riconoscere che siamo stati benedetti, al punto che stiamo battendo in decisa ritirata, con la convinzione di aver fatto quanto ci toccava fare. Perciò all’inizio dell’anno 2010, solo due parrocchie su 18 rimarranno affidate ai comboniani. E fino a quando? Nella nostra verifica significa che nei 50 anni di presenza comboniana, la Chiesa locale é passata dalla nascita ad una ragionevole autonomia, dentro della realtà brasiliana, e con la speranza (speriamo non illusionistica) che la Chiesa di S. Mateus passi dal ricevere al dare, sia pure della sua povertà, intendo di personale .
Come vedete in questa lettera mi son dato al lusso di cenni autobiografici. Non era il più interessante. In tutti i casi, non posso chiudere senza pensare alla profética Chiesa del Brasile. L’ho sempre amata, come madre e maestra di fede impegnata per la causa del REGNO DI DIO. Oso dire di non essermi mai lasciato sedurre da avventure pastorali di ordine personale, ma sempre in totale comunione con la Chiesa locale, nella voce autorevole del suo episcopato.
Non posso dimenticare il Brasile che mi è stato seconda patria. Ho accompagnato la sua evoluzione in questi 50 anni. Da Nazione del terzo mondo si é molto avvicinata al primo mondo con tutte le ambiguità del caso Molta ricchezza in mano di pochi e molta povertà in diversi gradi sulle spalle di molti. Una sola nazione, molti mondi ben differenti di cittadini in situazioni di estrema diversità.
Le notizie dell’Italia sono migliori ?
Ritorno al Natale. Domando: da voi é stato proibito anche il presepe? Non mi consta. Allora, preparate il vostro presèpio. Lasciate che vi parli al cuore. Con fiducia. Nessuno riuscirà a mandare in esilio su un altro pianeta, Gesù, l’Amico dell’anima, il Salvatore del mondo.

Dom Aldo Gerna