Lo chiamavano segretario, ma era molto di più. Antonio Cipriano era un’istituzione per questa parrocchia di gloriosa storia e poche aspirazioni, una biblioteca viva. Tra i libri e i registri sguazzava, meticoloso come pochi, ma in tante cose era esperto e capace. Prima di tutto, un campione di umanità.
Amava dire di esser figlio della missione: salvato dalle suore da neonato, si è sempre messo a servizio, in tutte le epoche della storia turbinosa di questo angolo di Africa. Il punto di orientamento permanente, Gesù Cristo nella chiesa cattolica, di cui sempre amava parlare a grandi e piccoli nelle più diverse occasioni. Non aveva orari, poche volte si concedeva riposo o momenti in famiglia: la sua vita era la parrocchia. Mentre viaggiava per una comunità, ha avuto un malore che non gli ha dato scampo.
Le distanze e le risorse sanitarie della nostra terra non davano speranza di cura efficace. Casualmente in quello stesso giorno la nostra chiesa è stata coperta e liberata dalle impalcature, così abbiamo potuto celebrare nella chiesa rinnovata (anche se acciaccata) l’ultimo saluto a un uomo che ha dato tutto per la Chiesa locale. Dopo tanto lavoro , riposa in pace, papà Cipriano. Padre per molti, scomodo per alcuni, maestro per tutti.
don Filippo Macchi
Vi segnaliamo la pagina in uscita – con la testimonianza di don Angelo Innocenti – su Il Settimanale del 18 dicembre.

Antonio Cipriano con don Angelo Innocenti

