2 novembre 2013 – Gente
Giorni intensi. Molti gli incontri, tante le emozioni, innumerevoli le benedizioni e gli abbracci che la gente ci chiede e ci regala.
Cerchiamo di stare, ascoltare, accompagnare.
Cerchiamo di mettere da parte giudizi, di ricordarci che il nostro punto di vista è solo la vista di un punto.
Cerchiamo di sederci con la gente e accogliere la presenza del Regno che già vive, che già germoglia senza fare rumore.
Ieri ho celebrato la Messa al Cimitero di Carabayllo.
Zaino in spalla camminavo tra la polvere delle strade di San Pedro insieme a un gruppetto di ragazzi con qualche strumento musicale per accompagnare la celebrazione. Fuori dal cimitero ci accolgono bancarelle di ogni tipo: si vendono fiori, dolci, giochi per i bambini. Una banda si esibisce in onore di un defunto. Un gruppetto di cani litiga intorno alla spazzatura. Una signora grida per pubblicizzare i suoi spiedini di maiale fritto.
Odori, suoni, immagini si intrecciano con una fascino difficile da descrivere.
Penso al Rabbì, a Gesù.
Forse anche a Nazaret o a Cafarnao erano così le strade nei giorni di festa.
Forse anche le sue parole si sono mescolate ai suoni, alla polvere e agli odori della strada.
Perso nei miei pensieri non mi accorgo che Aidè mi chiama da dietro un carrello. Con le sue sorelle sta vendendo patate al lato dell’ingresso del cimitero. Mi ferma, mi presenta la sua famiglia e mi chiede una benedizione. Mi racconta di suo fratello e di una cattiva compagnia che sta frequentando. E’ preoccupata, mi chiede un consiglio e una preghiera. Mi saluto con un sorriso e un abbraccio.
Decido di entrare al cimitero. I ragazzi si sono già piazzati con i tamburi e le tre suore preparano il necessario per la celebrazione. Si avvicinano un po’ di bambini con il gelato in mano e un gruppetto di mamme si prenotano per una benedizione ai loro bimbi. Suor Rosa dà l’avviso dell’inizio della celebrazione mentre un ragazzotto in canottiera ci passa accanto con una cassa di birra sulla spalla.
Iniziamo con un canto e io mi perdo a guardarmi intorno.
Gente che piange sulla tomba dei propri cari, gente che mangia, gente che canta antiche nenie in quechua, gente che prega, gente che vende e gente che compra.
Gente che vive, mi dico.
Gente amata da Dio.
Così.