31 dicembre 2013, Rhumzu – Cameroun Un regalo a sorpresa!

Finalmente libero don George, il prete fatto prigioniero…

Cinque minuti. Il tempo concesso al Vescovo Philippe per incontrare il “suo” prete George Vandenbeusch, dopo un mese e mezzo di prigionia. L’incontro è avvenuto a Salak, l’aeroporto di Maroua.
In mano a dei banditi nigeriani dal 13 Novembre, per la sua liberazione si erano mobilitate le autorità civili e tradizionali del paese. Isola di pace, il Camerun è circondato da paesi in difficoltà: Ciad, Nigeria, Centrafrica. Inevitabili gli sconfinamenti e i contagi alle frontiere.
“Mi hanno trattato bene. Non cercavano un prete, non cercavano un francese, ma solo un bianco da “usare” come moneta per uno scambio di prigionieri”.
“Grazie a tutti quelli che hanno pregato per me!” ha detto George. In effetti tutti si sono mobilizzati per lui. Ad ogni messa, ad ogni incontro, il suo nome risuonava con apprensione, ma anche con speranza. Il consiglio nazionale degli imams aveva chiesto che i musulmani pregassero ogni venerdì per la sua liberazione. E così ancora una volta Dio sa scrivere diritto sulle righe storte: fondamentalisti che vogliono dividere, finiscono per unire i credenti di diverse religioni in una supplica accorata.
Dopo l’incontro, père George è partito per Yaounde e, quindi, in Francia. Barba lunga, dimagrito, ma determinato: “Arrivederci a presto. Torno ancora in Camerun”.
La sala da pranzo del vescovo è in subbuglio. Il Consiglio episcopale, che doveva tenersi questa mattina, ha preso, evidentemente, una piega inaspettata. Telefonate, giornalisti, telecamere…
L’inviato della televisione di stato chiede al vescovo il suo stato d’animo: “Rispondo con le parole di père George. “Quando mi hanno preso, ho provato un sentimento di abbandono nelle mani di Dio e di collera contro i banditi”. Così anche per noi. Ora proviamo anche una grande pace e tanta gioia.”
Pace e gioia condivisa anche da tutti noi perché un amico ci è stato restituito!
Buon anno di pace e di gioia anche a voi!
Corrado